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Dichiarazioni Fiscali 2019, proroga delle scadenze nel Decreto Crescita

lentepubblica.it • 23 Maggio 2019

dichiarazioni-fiscali-2019-prorogaDichiarazioni Fiscali 2019, proroga dei termini che arriverà con il Decreto Crescita. Modifiche in vista per il calendario fiscale.


Gli emendamenti al decreto crescita, non appena sarà convertito in legge, cambieranno alcuni termini previsti.

A spingere per l’approvazione immediata delle norme sulle semplificazioni fiscali nel decreto crescita è tutta la maggioranza. Gli emendamenti infatti sono stati duplicati e presentati come primo firmatario tanto dal presidente della commissione Finanze della Camera, Carla Ruocco (M5S), quanto dal vicepresidente della stessa Commissione, Alberto Gusmeroli (Lega).

Dichiarazioni Fiscali 2019, proroga dei termini

Quali sono nello specifico le proroghe previste?

Il termine per l’invio telematico del modello Redditi di società e persone fisiche e della dichiarazione Irap slitta dal 30 settembre al 30 novembre (in realtà quest’anno al 2 dicembre in quanto la nuova scadenza cadrebbe di sabato).

Stesso discorso anche per la scadenza della dichiarazione Imu-Tasi destinata a passare dal 30 giugno al 31 dicembre. Anche in questo caso con effetto immediato, quindi senza dover aspettare il 2020.

La novità sul nuovo calendario fiscale era originariamente contenuta nella proposta di legge sulle semplificazioni fiscali (AC 1074, approvato dalla Camera dei Deputati nella seduta del 14 maggio 2019, poi confluito nel Decreto Crescita.

La proroga al 30 novembre potrebbe trasformarsi in un salvagente anche per l’amministrazione finanziaria alle prese in questi giorni con la definizione degli strumenti necessari per il debutto dei nuovi indicatori sintetici di affidabilità (gli Isa).

Infatti Aidc (Associazione italiana dottori commercialisti) e Ungdcec (Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili) hanno sottolineato che «i ritardi e le incertezze nella definizione delle regole e norme relative agli indici sintetici di affidabilità fiscale (Isa) rappresentano un’ulteriore violazione dei diritti dei contribuenti».

Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it
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